Ci sono numerose malattie – specie quelle psichiche – che non sono ancora catalogate come tali e trattate con indifferenza sia negli ambienti di lavoro che in quelli medici. L’ansia e gli attacchi di panico sono tra questi. Ma le cose potrebbero cambiare a breve.
Riconoscere la depressione, l’ansia e gli attacchi di panico come malattie sociali e migliorare la qualità della vita di milioni di cittadini. E’ questo il senso di un disegno di legge messo a punto dal vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Massimo Mallegni, e presentato oggi a Palazzo Madama dalla presidente del gruppo parlamentare azzurro, Anna Maria Bernini. La notizia esclusiva è stata appena fornita alla nostra redazione dall’agenzia stampa Adnkronos. Si tratta di una versa e propria rivoluzione per chi soffre di attacchi di panico e altri problemi di carattere psichico sino ad oggi non classificabili come malattie vere e proprie.
I dati mostrano che il 33% delle persone di età compresa fra 18 e 25 anni (circa 10 milioni di italiani, prevalentemente donne) ha sperimentato il ‘disturbo da attacchi di panico‘ almeno una volta, che 2,5 milioni soffrono di disturbi d’ansia e 2,8 milioni (5,4% degli over 15 anni) patiscono la depressione.
“Vivere con la depressione, gli attacchi di panico o uno stato di ansia – ha detto Bernini – è una condizione incompatibile con la vita attiva. Il legislatore deve prendere coscienza di queste situazioni. Il nostro ddl vuole infatti che queste malattie siano riconosciute come malattie sociali“. Di qui a ottenere l’assegno di invalidità il passo è brevissimo, anzi si tratta di una conseguenza naturale prevista dall’ordinamento per tutte le malattie certificate.
“Questi temi devono entrare nell’agenda politica sia nazionale sia locale – ha aggiunto Mallegni – perché bisogna riconoscere che queste malattie sono invalidanti e coinvolgono una platea di italiani molto più numerosa di quella fotografata dalle statistiche”.