Si può stare nel giardino condominiale o in quello della villetta privata? Si può parlare con gli altri condomini?
Le restrizioni sul Coronavirus vietano, com’è noto, di uscire di casa. Ma chi ha la fortuna di possedere una villetta può certo farlo se resta all’interno del perimetro del proprio giardino privato.
In condominio, le cose non sono dissimili. Il cortile o il giardino condominiale sono aree comuni, ossia un luogo di proprietà di tutti, uno spazio privato accessorio della propria abitazione. Sono pertanto ben usufruibili senza timore di violare le restrizioni previste dalle ordinanze nazionali e/o locali.
Resta però, anche qui, l’obbligo di rispettare le regole fondamentali cioè, in primo luogo, il divieto di assembramento. Pertanto, anche i bambini non possono giocare insieme benché all’interno del proprio condominio (a meno che, chiaramente, non si tratti di fratelli che già vivono nello stesso immobile). Allo stesso modo, non è possibile, sempre nelle aree comuni del condominio, correre in gruppo o parlarsi a distanza ravvicinata. Bisognerà, quindi, organizzare dei turni per la “boccata d’aria”.
Qualcuno si è chiesto se si possono ritenere violate le restrizioni se una persona, pur non uscendo dal proprio palazzo, si reca dal vicino del piano di sopra o di sotto, di cui magari conosce le abitudini e sa che sta rispettando la quarantena.
Si potrebbe pensare che, in un’ipotesi di questo tipo, non si violino le restrizioni domiciliari visto che non si va per strada. Peraltro, difficilmente la polizia potrebbe venire a controllare cosa succede all’interno delle scale condominiali.
In teoria, però, le cose stanno in modo diverso. Il divieto, infatti, concerne tutti gli spazi diversi dal domicilio, il quale è costituito dalla propria abitazione, ossia l’appartamento. Chi si sposta all’interno dello stesso palazzo sta infrangendo le regole.
Pertanto, anche a casa propria – sia che si tratti di cortile o di singola unità immobiliare – c’è il divieto di riunirsi in gruppo o di invitare amici e/o conoscenti.